SUOR VERONICA BARONE
1856-1878
L'ESTATICA CAPPUCCINA
di
Padre Pio La Scala
da Mazzarino
Min.Cappuccino.
Introduzione dell'Autore
Quando alcuni amici mi parlarono di Suor Veronica (Febronia) Barone da Vizzini e mi raccontarono alcuni fatti meravigliosi della vita di lei, giudicai trattarsi di una delle tante visionarie o allucinate, che, raccontando visioni e rivelazioni, ingannano facilmente il popolo tanto trasportato allo straordinario ed alla superstizione. E poiché qualcuno insistette per convincermi del soprannaturale di questa serva del Signore, non potei fare a meno – per essere equilibrato e sincero nel mio giudizio – di leggere il piccolo compendio della vita di lei, dettata da un indifferente riavvicinato alla fede per la lettura di alcune pagine scritte da essa per comando del suo confessore. (Ecco come egli si esprime: << Colpito da un repentino malore nel bel fiore degli anni miei, quando mi si apriva un vasto e sorridente orizzonte, restai attrappito nelle membra a guisa di un fiore, che, sbocciato d'allora e abbattuto da una raffica violenta, resta appassito e pendente dal suo stelo contorto. Intanto, poiché ogni tentativo dell'arte salutare riuscì inefficace, riposi per avermi la salute, le mie speranze in Colui che tutto può. Ma che! Anche questa dolce speranza vennemi meno. Passai tutto il resto della mia virile età abbandonato e derelitto, solo sentivo il vigile conforto della mia amata famiglia, la quale prolungava l'esistenza dei miei giorni con affettuoso servizio e con sollecite cure.
Non pertanto esperimentai in me tale conforto che mano mano che il mio cuore si chiudeva alla speranza di ottenere la guarigione, mi si affievoliva la prisca fede, e con essa quel sacro vincolo di amore che unisce le creature al loro Fattore. Non pregai, né ebbi fede alle preghiere che si facevano dai miei, rinunziai al conforto dei Sacramenti, e tutti i dubbi sull'esistenza del sovrannaturale nell'animo mio ebbero presa sì tenace, che consideravo la fede come un fatto subbiettivo.
Così menai la vita per parecchi anni, quando nel Maggio del 1899 mi venne fatto leggere, più per curiosità che per buona voglia, alcuni manoscritti di Suor Veronica Barone da Vizzini, ricapitati dalle mie buone e pie sorelle. La semplicità dello stile con cui Suor Veronica Barone esprimeva pensieri elevatissimi, mi colpì a segno che non seppi staccarmene e tornai più volte a rileggerli. Frattanto la lettura di essi mi confortava a sperare che l'un giorno che l'altro, ed era di balsamo salutare al mio cuore, travagliato pur troppo dalla infermità prolungata. E' certo che a me non tornò la salute corporale; ma non pertanto mi sentii rinascere alla fede cattolica, e l'azione del sovrannaturale per me divenne un fatto obbiettivo, indubitato, certo, innegabile. Sentivo il bisogno del perdono dei miei trascorsi; la vita – menata fra amarezze – mi sembra ora sopportabile, e, sarei per dire, dolce e soave, perché da qui a non lungo andare ne rieverò il guiderdone; i Sacramenti sono l'unico sostegno mio fra tanti acciacchi che mi tormantano e mi minacciano la vita. Un sentimento vivo di speranza in Dio mi distacca sensibilmente dalle cose caduche di questa vita; ma quello che più d'ogni altra cosa sparge un senso misterioso di gioia inenarrabile sul mio cuore è la santa Comunione del Pane Eucaristico, poiché rinfocola in me quella carità appassionata verso Gesù, che io amo in terra colla dolce speranza di godermelo in Cielo.
Oh bella, immortale, benefica fede a'trionfi avvezza! Chi avrebbe preveduto, o mio caro lettore, che la lettura dei manoscritti di Suor Veronica Barone era per operare in me sì nobile cambiamento?
Egli però, << colpito la seconda volta da paralisi, intese in sé stesso i sintomi della vicina morte, alla quale ebbe tempo di apparecchiarsi con vero spirito cristiano. Si confessò prima con il Cappellano Sacramentale il Sac. Antonino Castello, poi con Padre Serafino dei Cappuccini, che era tornato in Ragusa Inferiore. Ricevette ravveduto e pentito gli altri Sacramenti e tutti i conforti che in tale infausta congiuntura appresta la Chiesa del Redentore, consegnò al suddetto Padre Serafino, oltre quelli di Suor Veronica Barone, i suoi manoscritti che riguardavano la di lei vita, e da questa, perché purificato nel sangue dell'Agnello di Dio, passò all'altr vita il 27 Gennaio del 1901, nell'età di 43 anni, lasciando la famiglia e la patria meravigliati di questo intreccio di cose, tutte in favore all'anima sua, alla quale auguriamo pace ed eterno riposo nel seno di Dio>>).
Quella breve lettura fu per me una rivelazione: attraverso quelle poche pagine intravidi un'anima grande, grande non per le sue visioni e i suoi rapimenti di spirito, che nascondono spesso frodi del demonio ed inganni delle stesse veggenti, ma per l'umiltà profonda, per la purità angelica e per l'obbedienza eroica di cui appare adorna sino all'ultimo sospiro della breve sua vita. La vita di questa “estatica” è la storia meravigliosa di un'anima bella, che, come raggio di sole, rifulge sulla terra senza macchiarsi di fango; è la storia di un'anima ardente, che, tra le domestiche mura vive in seno alla famiglia da vera religiosa con la nostalgia del Cielo, aspirando del continuo a Dio; è la storia di un'anima coraggiosa ed impavida, che, combattendo quotidianamente con gli spiriti dell'inferno in un'epoca a noi così vicina, dimostra non essere favolosi i combattimenti dei Santi, vissuti in epoche a noi remote, infestati ed assaliti dal demonio; è la storia di una eroina che, chiamata dal Cielo a battere le vestigia del Figliolo di Dio nella via dolorosa del Calvario, lo segue, l'imita e si trasforma in Lui – secondo l'ardita frase dell'Apostolo – a traverso una serie non interrotta di infermità, di sofferenze, di sacrifici, di dolori, di veri martiri!
Ci troviamo di fronte a certi fatti straordinari, meravigliosi al tutto singolari, che forse non abbiamo mai udito o letto, ci insorge un qualche dubbio intorno alla loro realtà, così ineffabile ed incomprensibile nel governo delle anime, non può essere costretto a non uscire dai limiti consueti, nei quali si esplica la vita umana; e quando molte persone diverse tra loro per condizione, per età, per sesso, tra le quali non pochi avversari della nostra suor Veronica, convengono nel narrare siffatte meraviglie della sua vita, quando una generazione intera di una città come quella di Vizzini, è unanime nell'attestare i fatti accaduti sotto i loro occhi – qualunque sia la stranezza di tali fatti, - è necessario, secondo la retta ragione, storicamente ammetterli; padrone ciascuno, entro i limiti della sana critica, attribuirli ad una causa naturale o soprannaturale, finché non pronunzia il suo giudizio la Chiesa, solo Maestra infallibile e colonna di verità.
Tutte le notizie riguardanti la vita di Veronica Barone, sono state da me attinte dai suoi manoscritti, da pubblici documenti e dalle testimonianze giurate di persone fede-degne; poiché esortato da alcuni miei Confratelli a scrivere questa vita, ho voluto prima recarmi personalmente sul luogo ove nacque, visse e morì la nostra angelica Veronica. Ho interrogato i suoi genitori, le sue compagne d'infanzia, le sue amiche, i suoi conoscenti, i suoi stessi avversari e quanti la poterono vedere o avvicinare.
Iddio ci conceda d'imitare con gioia e costanza le belle virtù di cui questa innocente fanciulla.
Mazzarino, Festa della Natività di Maria, 1905.Fra Pio La Scala da Mazzarino, M.Cappuccino.
LAUS DEO
Pax et Bonum
Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano