iscorgere
in quelli i difetti di cui si deve correggere e le virtù di cui deve abbellirsi
per
piacere agli occhi del suo Dio "
San Pio da Pietrelcina
Lettera 18. Pietrelcina 28. 7. 1914 a Raffaellina Cerase Terziaria Cappuccina
Epistolario Vol. II. Ed. 2002.
“ La Santa Comunione è il mio sospiro , la mia brama , il mio palpito . Per me non vi è alcun diletto su questa terra che nella S. Comunione … Anche comunicarmi ogni giorno [ e allora non era facile ] mi sembra troppo poco ” .
Per questo , sognava il permesso di potersi comunicare anche a pomeriggio : un sogno profetico divenuto oggi , per noi , realtà .
L’Eucaristia fu la sua Vocazione , il suo carisma , la sua missione . Ella entrò nel Carmelo per realizzare il suo intensissimo desiderio di immolazione , come via privilegiata della propria santificazione , secondo la sua stessa affermazione : “ Qua giunta e prostrata ai piedi della Sacra Custodia , io sentii di immolarmi e mi immolai in silenzio a Lui ” .
E rinnovava in ogni Celebrazione Eucaristica questa immolazione riparatrice soprattutto per le offese arrecate al suo Amore Eucaristico e scongiurava i Sacerdoti : “ Trattate bene il mio Gesù sacramentato ! ”
Voleva essere “ l’apostola della Comunione ” , anzi un “ ostensorio ” vivente e chiedeva a Gesù “ anime che si comunichino per amore , con amore , che facciano il possibile per dare tempo – il più che possono – al rendimento di grazie ” .
" Sperimentino tutti , o Gesù , ciò che sorge dalle comunioni ben fatte ” , “ Grande è l’unione che passa fra Gesù e l’anima che l’ha ricevuto… è da questo intimo amplesso dell’anima con Gesù che sorge quella gran sete e desiderio d’unione con Dio . Veramente frutto massimo della SS. Comunione ben fatta è l’unione divina : Comunione ossia unione ” .
“ Al tuo contatto si smorza , si muta ogni passione contro la bella carità , da te s’attinge ogni forza per rendere bene per male , e sempre bene , solo bene ” .
“ Quante volte assistendo alla SS. Comunione mi ha tratto e commosso il cuore il prodigarsi di Gesù , il donarsi a tutti , tutto , senza posa , a quanti ! Ed è sorto spontaneo nell’anima mia il pensiero , il desiderio di donarmi , di prodigarmi anch’io a tutti , tutta , senza posa , senza riserve ” .
E davanti all’Eucaristia in preghiera , veramente si trasfigurava , offrendo di sé l’immagine dell’adoratrice in spirito e verità . Volle prolungare le sue ore di adorazione , e soprattutto l'ora dalle 23 alle 24 di ogni giovedì era passata dinanzi al Tabernacolo .
L'Eucaristia polarizzava veramente tutta la sua vita spirituale , non tanto per le manifestazioni devozionali , quanto per l'incidenza vitale del rapporto della sua anima e Dio . " Quante volte , specialmente a sera , ricordando le grandezze , gli splendori della terra e poi volgendo lo sguardo al Tabernacolo , esclamo : Tutto è vuoto ; non vi è tesoro più grande , più delizioso di quello che posseggo e che tutto è là " .
" Toglietemi tutto , anche la pelle , ma lasciatemi Gesù ! " , “ Gesù , - diceva – donami lo splendore dell’Ostia immacolata ” .
Madre Candida , educata alla scuola di S. Margherita Alacoque , esprimeva la “ gioia piena ” e la “ dolcezza senza fine ” da lei provate davanti alla presenza eucaristica del suo Sposo Divino " Il Cielo stesso non possiede di più . Quell'unico tesoro è qua , è Iddio ! Veramente , sì veramente : mio Dio e mio Tutto . Io chiedo al mio Gesù di essere posta a custodia di tutti i Tabernacoli del mondo sino alla consumazione dei secoli ” e chiedeva che il suo cuore ardesse come sua “ lampada perenne ” in tutti i luoghi dove Egli abitava , per concludere : “ Ove è Gesù Ostia , sono dunque pure io ”…
“ Vivere della tua presenza è quasi un delirio per l’anima mia ”...
L’amore allo Sposo Divino Eucaristico s’intrecciava nella Beata con l’amore alla Madre sua , “ donna eucaristica in tutta la vita ” . Madre Candida , rivolgendosi a Gesù Eucaristico , così pregava :
“ Io non ti avrei se Maria non avesse consentito a divenire Madre di Te , Verbo incarnato ” , e per questo chiamava “ Aurora dell’Eucaristia ” Colei che aveva portato in grembo il Figlio di Dio e che continuamente lo genera nel cuore dei suoi discepoli : " Vorrei essere come Maria , essere Maria per Gesù , prendere il posto della mamma sua . Nelle mie Comunioni Maria è sempre con me : è dalle sue mani che voglio riceverlo , è col suo cuore che lo voglio nel mio cuore , io provo a volte la tenerezza di Maria nello stringere Gesù . Io vorrei difenderlo da tutte le freddezze , da tutte le negligenze , vorrei chiuderlo in me , carezzarlo tanto , quel Corpo adorabilissimo, quelle innocentissime e salutari Carni . Io non posso dividere Maria da Gesù . Salve , o Corpo di Cristo , nato da Maria Vergine . Salve o Maria , aurora dell'Eucaristia ." Verso la Madonna , quindi , Madre Candida ebbe sempre un eccezionale fervore , la ringraziava considerando “ da te ho avuto l’Eucaristia ” , avrebbe voluto dire a tutto il mondo la sua esperienza interiore : “ L’amore a Maria vi darà l’amore a Gesù ” .
Donna d’intensa spiritualità , vissuta in umiltà e semplicità , Maria Candida con il candore proprio del suo nome , seppe incarnare in sé l’immagine della vera figlia di S. Teresa d’Avila , la grande riformatrice del Carmelo , la cui vita fu proiettata tutta al compimento totale dei suoi doveri , sia piccoli che grandi , per il bene della Chiesa , dei Sacerdoti e di tutti i peccatori . Sono ben note le pagine in cui Santa Teresa di Gesù descrive la sua particolarissima devozione all'Eucaristia e come nell'Eucaristia la Santa Fondatrice avesse sperimentato il mistero fecondo dell'Umanità di Cristo .
In noviziato Madre Candida si distinse per la sua carità e amabilità : cercava di essere di sollievo a tutte , trascinando con il suo esempio a seguirla . Il suo programma di suora, al quale con il sorriso fu sempre fedele con eroismo , risulta anche attraverso i suoi tanti scritti : “ Ho sempre aspirato di dare al mio Dio il massimo di purezza , il massimo di amore , il massimo di perfezione religiosa ” .
“ Desidero essere santa , ma sento la mia impotenza e ti domando , o mio Dio , di essere tu stesso la mia santità ” .
Sembrava che leggesse nei cuori : il suo sguardo penetrava fino in fondo all'anima . Amava e coltivava la penitenza e osservava perfettamente la Regola . Aveva un carattere molto vivace ed era allegra e lieta in ricreazione , appena però suonava la campana della fine , acquistava subito la padronanza di sé e del suo carattere , e l'osservanza del suo silenzio era perfetta .
Per un senso di umiltà e di rottura con la sua classe sociale aveva fatto richiesta di essere suora conversa : le fu negato dalle Superiore . Sua prima maestra fu Madre Maria Immacolata di San Giuseppe .
Al termine del noviziato , fece la sua Professione Semplice il 17 aprile del 1921 . Una volta professa , disimpegnò lodevolmente i vari incarichi che le furono affidati : rotara , portinaia , sacrestana , aiuto-cuoca , tanto da essere chiamata in Comunità la " suora turabuchi " .
Il 16 giugno del 1922 la sua seconda maestra delle novizie , Madre Maria Evangelista di San Luca , le chiese di scrivere il racconto della sua vocazione e del suo arrivo al Carmelo : è il primo manoscritto , pubblicato con il titolo Salita : primi passi .
A luglio dello stesso anno la famiglia cercò di farla trasferire al Carmelo di Palermo , ma Madre Maria Candida si oppose .
Il 23 aprile 1924 fu ammessa alla Professione Solenne .
Dotata di particolari doni di grazia , raggiunse vertici altissimi della vita di preghiera e di contemplazione e ne divenne Maestra insigne , non tanto con il sapere dell’intelligenza , che pure era abbastanza alto e profondo , come risulta dai suoi scritti , quanto con la sapienza del cuore e la testimonianza della vita più eloquente di ogni parola .
Dopo appena sei mesi dalla Professione Solenne , " con dispensa dei sacri canoni " il 10 novembre 1924 fu eletta Priora e , dopo la scadenza del triennio , fu rieletta per un secondo triennio . Il 5 novembre del 1926 , per obbedienza al suo confessore , Don Giorgio La Perla , iniziò a scrivere il racconto della sua vita carmelitana , pubblicato con il titolo Il Canto sulla Montagna . Nel1927 emise il " voto del più perfetto " e , il 1 novembre dello stesso anno , il “ voto di vittima ” , scritto con il proprio sangue . Inoltre negli anni 1930-33 , quando non fu priora , ebbe il compito di sacrestana e maestra delle novizie ; il 4 novembre del 1933 fu eletta Priora per la terza volta . Continuamente rieletta , mantenne l'incarico fino al 1947 .
A partire dalla solennità del Corpus Domini del 1933 , anno Santo della Redenzione , la Priora , Madre Maria Teresa di Gesù , le chiese di scrivere alcune riflessioni sul Sacro Cuore . Consigliatasi con il confessore , Madre Maria Candida scrisse liberamente i suoi pensieri . Nacque quello che potremmo definire il suo piccolo ' capolavoro ' di spiritualità eucaristica , il manoscritto " Colloqui Eucaristici " (nella prima pubblicazione del 1979 intitolati " L'Eucaristia ") , che sarà completato nel giro di due anni . È una lunga , intensa meditazione sull'Eucaristia , sempre tesa tra il ricordo dell'esperienza personale e l'approfondimento teologico di quella stessa esperienza . Seguendo l'esempio di Santa Teresa di Gesù , instancabile fondatrice di monasteri carmelitani nella Spagna del XVI secolo , Madre Maria Candida ebbe parte attiva nella restaurazione di tre antichi Monasteri dell'Ordine in Sicilia (quello di Chiaramonte Gulfi nel 1925 , quello di Enna nel 1931 , quello di Vizzini nel 1932 ) e , a questo scopo , vide partire alcune delle sue Madri e Sorelle .
Alla sua preghiera e al suo interessamento i Padri Carmelitani Scalzi devono anche il loro ritorno in Sicilia dopo la soppressione dei XIX secolo : il 28 settembre 1946 i Padri aprirono a Ragusa la loro prima casa in Sicilia e Madre Maria Candida li ospitò per sette mesi nel proprio monastero , in attesa della sistemazione del convento . Nei venti anni in cui fu Priora , trascorsi non senza difficoltà e incomprensioni , in mezzo a continue rinunce e fatiche , ma sempre al massimo desiderosa di arrivare alla santità che Dio voleva da lei , Madre Maria Candida esercitò una influenza molto buona su tutta la Comunità .
Era molto distaccata dagli affetti terreni , molto austera , forse , agli inizi , un po' troppo rigida , in seguito , però , divenne sempre dolce e amabile .
Aveva grande cura per il decoro delle funzioni religiose ; usava uguale carità verso tutte , con qualche predilezione per le monache più deboli o malate . Madre Candida era in tutto molto prudente e saggia , osservantissima della Regola , tanto da essere chiamata la " Regola vivente " ; aveva grandi doti di spirito e di cuore , ma sapeva accettare anche , nella sua umiltà , le umiliazioni che le venivano talora dalle stesse monache .
Si affidava costantemente a Gesù che divenne sua guida e , abbandonandosi completamente a Lui , avvertiva che Egli dirigeva i suoi passi .
Si notava in lei , dicono le consorelle , uno spirito semplice , molto gioviale e , specialmente quando più soffriva , traspariva dai suoi atti e dalle sue parole , un senso di gioia . Rieletta di nuovo dalla comunità nel 1947 , il nuovo Superiore Generale , Padre Silverio di S. Teresa , non volle , però , rinnovare la dispensa , poiché durante il suo governo non permise di concederne al riguardo . Così Madre Candida ritornò fra le sue consorelle , a vivere in ubbidienza la vita del chiostro ; la nuova Priora , madre Maria Ines di Gesù , le chiese di scrivere alcune riflessioni dedicate alle consorelle sulla vita carmelitana . Nacque l’ultimo suo manoscritto che sarà pubblicato con il titolo Perfezione carmelitana .
Ella fu sollevata dal peso del priorato ma i Superiori ritennero di poterle ancora affidare un incarico di fiducia : la nuova fondazione di un Monastero a Siracusa . Non giunse tuttavia a completare l'opera .
Il Monastero non fu certo per Madre Maria Candida un comodo rifugio al riparo dei problemi della vita , ma , al contrario , il luogo dove esercitare un serio impegno di vita al servizio di Dio e della Chiesa . Di salute sempre malferma , fu continuamente afflitta da mali fisici , da sofferenze a volte acute , che seppe sempre sopportare con gioiosa ed esemplare mortificazione .
Nel Febbraio del 1949 le venne diagnosticato un tumore al fegato , malattia mortale che si accompagnò con una lunga sofferenza , molto dolorosa per Maria Candida , la quale sopportò il lungo martirio , con nobiltà d’animo , rassegnazione alla volontà di Dio e raccolto silenzio , dando alla Comunità delle Carmelitane Scalze un fulgido esempio del senso teresiano dell’oblazione amorosa delle sofferenze , che con gioia venivano donate a Dio per la Chiesa e per le anime tribolate .
Ella invitava le religiose che l’assistevano a ringraziare Gesù per il suo martirio , da lei definito “ carezza della misericordia infinita ” , di cui non era degna e si dichiarava “ beatissima , felicissima ” del suo dolore .
Negli ultimi giorni , quasi agonizzante , volle “ immolarsi a Gesù con tutta felicità ” , affermando con serenità “ Non mi pento d’essermi data a Gesù ” .
Dopo aver ricevuto con estrema devozione il Sacramento degli Infermi , all'età di 65 anni , morì fra atroci sofferenze , offerte da lei al suo Sposo a coronamento di una “ vita nascosta con Cristo in Dio ” . Era il 12 giugno 1949 , Solennità della SS. Trinità . Le sue ultime parole furono d’invocazione a Maria , suo grande amore .
Durante la notte tra il 12 e il 13 giugno , Suor Maria Margherita del SS. Sacramento , al secolo Teresa Occhipinti (1885-1967) guarì improvvisamente da un gravissimo eczema al piede destro che l'affliggeva da molti anni e che i medici avevano giudicato incurabile .
Il 14 giugno si radunò nella chiesa del Carmelo di Ragusa un'impressionante moltitudine di persone per le esequie di Suor Maria Candida : era già da tutti proclamata " Santa " .
Ci fu grande concorso di gente anche nel trasporto della salma dal Monastero al cimitero di Ragusa , dove venne seppellita nella tomba del Sac. Giorgio La Perla , che fu per molti anni suo direttore spirituale . La sua particolare adesione allo spirito carmelitano di S. Teresa di Gesù , le procurò sia in vita che dopo morta , una fama di santità eccezionale , che con le innumerevoli grazie attribuite alla sua intercessione, fecero introdurre la causa per la sua beatificazione il 15 ottobre 1981 .
LAUS DEO
Pax et Bonum
Francesco di Santa Maria di Gesù
Terziario Francescano