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giovedì 6 giugno 2013

PIO XII LETTERA ENCICLICA HAURIETIS AQUAS SULLA DEVOZIONE AL SACRO CUORE DI GESU' - SESTA ED ULTIMA PARTE .

                                                                                                 V

Prima di por fine a così belle e consolanti riflessioni sull’autentica natura e singolare eccellenza del culto al Cuore Sacratissimo di Gesù , Noi , pienamente consapevoli dell’ufficio Apostolico affidato per la prima volta al Beato Pietro , dopo che questi ebbe reso al Salvatore divino una triplice professione di amore , crediamo opportuno rivolgere a voi nuovamente , Venerabili Fratelli , e per mezzo vostro a quanti stimiamo Nostri dilettissimi figli in Cristo , una parola di esortazione , affinché vi studiate di promuovere questa eccellentissima devozione , dalla quale attendiamo copiosissimi frutti spirituali anche per i nostri tempi . In realtà , se gli argomenti , sui quali si fonda il culto tributato al Cuore trafitto di Gesù , saranno debitamente ponderati , dovrà ad ognuno apparir manifesto che non si tratta di una qualsiasi pratica di pietà , che sia lecito posporre ad altre o tenere in minor conto , ma di una forma di culto sommamente idoneo al raggiungimento della perfezione cristiana . Poiché , se « la devozione — secondo il suo concetto teologico tradizionale , espresso dall’Angelico Dottore — non sembra essere altro che la pronta volontà di dedicarsi a quanto riguarda il servizio di Dio » (111) , quale servizio di Dio più obbligatorio e più necessario si può immaginare ed in pari tempo più nobile , e dolce , del servizio reso al suo amore ? E quale servizio si può inoltre pensare più gradito ed accetto a Dio di quello che consiste nell’omaggio alla carità divina , e che vien reso per amore , dal momento che ogni servizio reso liberamente è , in un certo senso , un dono , e « l’amore costituisce il primo dono , fonte di ogni donazione gratuita » (112) ? È degna dunque di essere tenuta in grande onore quella forma di culto , grazie alla quale l’uomo è in grado di onorare ed amare maggiormente Dio e di consacrarsi più facilmente e prontamente al servizio della divina carità ; tanto più , poi , se si tiene presente che il Redentore stesso si è degnato di proporla e di raccomandarla al popolo cristiano , e i Sommi Pontefici con atti memorandi l’hanno ricolmata di grandi lodi . Farebbe pertanto cosa temeraria e perniciosa , nonché offensiva per Iddio , chiunque nutrisse minore stima per un così insigne beneficio elargito da Gesù Cristo alla sua Chiesa . Stando così le cose , non vi può essere alcun dubbio per i fedeli , che , tributando il loro ossequio al Cuore Sacratissimo del Redentore , essi soddisfano in pari tempo al dovere gravissimo che hanno di servire Dio e di consacrare al loro Creatore e Redentore se stessi e tutta la propria attività , sia interna che esterna , e in tal modo mettono in pratica il precetto divino : « Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore , con tutta la tua anima , con tutta la tua mente e con tutta la tua forza » (113) . Così facendo , i fedeli sono altresì sicuri di non avere come principale motivo della loro consacrazione al servizio divino alcun vantaggio personale corporale o spirituale , temporale o eterno , ma la bontà stessa di Dio , cui procurano di rendere ossequio con atti di amore , di adorazione e di debite azioni di grazie . Se così non fosse , il culto al Cuore Sacratissimo di Gesù non risponderebbe più all’indole genuina della religione cristiana , poiché allora l’uomo non avrebbe in tale culto soprattutto di mira l’ossequio da rendere all’amore di Dio ; e pertanto dovrebbero essere ritenute come giuste le accuse di eccessivo amore e di troppa sollecitudine di se medesimi , mosse a coloro che mal comprendono o meno rettamente praticano una forma di devozione di per sé nobilissima . Si deve ritenere da tutti fermamente che il culto al Cuore Sacratissimo di Gesù non consiste principalmente in devote pratiche esteriori , né esso deve essere ispirato anzitutto dalla speranza di propri vantaggi , poiché anche questi benefici il Salvatore divino li ha assicurati mediante private promesse , affinché gli uomini fossero spinti a compiere con maggior fervore i principali doveri della religione cattolica e per ciò stesso provvedessero nel modo migliore al proprio spirituale vantaggio . Sproniamo dunque tutti i Nostri dilettissimi figli in Cristo a praticare con fervore questa devozione , sia coloro che già sono assuefatti ad attingere le acque salutari che sgorgano dal Cuore del Redentore , sia specialmente coloro che , a guisa di spettatori , stanno tuttora osservando con animo curioso ed esitante questo consolante spettacolo . Riflettano essi attentamente — che si tratta di un culto , come abbiamo sopra fatto osservare , che già da molto tempo si è diffuso nella Chiesa e che affonda profondamente le sue radici nelle pagine stesse del Vangelo ; di un culto , che ben si accorda con l’insegnamento della Tradizione e della sacra Liturgia e che gli stessi Romani Pontefici hanno esaltato con molteplici ed altissime lodi . Né si contentarono essi di istituire la festa in onore del Cuore augustissimo del Redentore e di estenderla alla Chiesa universale , ma si fecero inoltre gli autori della solenne consacrazione di tutto il genere umano al Sacratissimo Cuore (114) . Infine , giova riflettere che questo culto ha in suo favore una messe di copiosissimi e allietanti frutti spirituali che ne sono derivati alla Chiesa , cioè : innumerevoli ritorni di anime alla pratica della religione cristiana , rinvigorimento della fede in molti spiriti , più intima unione dei fedeli col nostro amabilissimo Redentore ; tutti questi frutti , soprattutto in questi ultimi decenni , sono apparsi in una forma esuberante e commovente . Nel contemplare un sì meraviglioso spettacolo costituito dalla pietà sempre più estesa e fervorosa di ogni ceto dei fedeli cristiani verso il Cuore Sacratissimo di Gesù , l’animo Nostro si sente indubbiamente ricolmo di ineffabile conforto ; e, dopo aver reso le dovute grazie al Redentore nostro per i tesori infiniti della sua bontà , non possiamo tralasciare di esprimere la Nostra paterna compiacenza a tutti coloro , sia del clero che del laicato , che hanno cooperato efficacemente all’incremento di questo culto . Ma , Venerabili Fratelli , nonostante che la devozione verso il Cuore Sacratissimo di Gesù abbia prodotto copiosi frutti di spirituale rinnovamento nella vita cristiana , a nessuno può sfuggire che la Chiesa militante in questo mondo , e soprattutto l’umano consorzio , non ha raggiunto quella perfezione morale , che risponda ai voti e ai desideri manifestati da Gesù Cristo , Mistico Sposo della Chiesa e Redentore del genere umano . Non pochi , infatti , sono i figli della Chiesa che ne deturpano con numerose macchie e rughe quel volto , che in se medesimi riflettono ; non tutti i fedeli cristiani risplendono per santità di costumi , cui tuttavia sono divinamente chiamati ; non tutti i peccatori sono ritornati alla casa paternav, per ivi rivestire la veste più bella (115) e ricevere l’anello
, simbolo della propria fedeltà allo sposo dell’anima loro ; non tutti gli infedeli sono stati inseriti come membra nel Corpo Mistico di Cristo . Né ciò basta . Poiché , se da un lato il Nostro animo è vivamente addolorato dallo spettacolo della tiepidezza dei buoni , sedotti dai falsi amori del secolo che raffreddano e finalmente estinguono la fiamma della divina carità nei loro cuori , dall’altro è ancor più rattristato nel rimirare le macchinazioni degli uomini empi , i quali , più che per il passato , sembrano eccitati dal nemico stesso infernale nel loro implacabile ed aperto odio contro Dio , contro la Chiesa , e specialmente contro Colui , che del Divin Redentore è sulla terra il legittimo Vicario e il rappresentante della sua carità presso gli uomini , secondo la ben nota sentenza del Vescovo e Dottore della Chiesa di Milano : « (Pietro) è infatti interrogato su ciò di cui gli altri potevano dubitare , ma il Signore non dubita ; il quale interroga non per imparare , ma per insegnare a colui che , devono Egli salire al Cielo , lasciava a noi come vicario del suo amore » (116) . In verità , l’odio contro Dio e contro i suoi legittimi rappresentanti è il delitto più nefando di cui si possa macchiare l’uomo , creato ad immagine e somiglianza di Dio e destinato al godimento della sua perfetta e perenne amicizia in cielo ; è , infatti , nell’odio contro Dio che si ha la massima avversione dell’uomo dal Sommo Bene ; egli viene spinto ad allontanare da sé e dai suoi simili tutto ciò che viene da Dio , con Dio unisce , e al godimento di Dio conduce : la verità , la virtù , la pace , la giustizia (117) . Orbene , nel vedere che , purtroppo , il numero di coloro che si professano nemici di Dio va oggi crescendo , e che i princìpi del materialismo teorico e pratico si vanno spargendo sempre di più ; dinanzi allo spettacolo dell’esaltazione delle cupidigie più sfrenate , come meravigliarsi che si vada raffreddando nell’animo di molti la carità , la quale ben sappiamo essere la legge suprema della religione cristiana , il fondamento solidissimo della vera e perfetta giustizia , la sorgente sovrana della pace e delle caste delizie ? Del resto , il Salvatore stesso ha ammonito : « Per il moltiplicarsi delle iniquità si raffredderà la carità di molti » (118) . Dinanzi allo spettacolo di tanti mali , che oggi , più che nel passato , travagliano individui , famiglie , nazioni e il mondo intero , dove mai Venerabili Fratelli , cercheremo il rimedio ? Si potrà forse trovare una devozione più eccellente del culto al Cuore Sacratissimo di Gesù , più conforme all’indole propria della religione cattolica , più idonea a soddisfare le odierne necessità spirituali della Chiesa e del genere umano ? Ma , quale atto di omaggio religioso più nobile , più dolce , più salutare del culto sullodato , dal momento che esso è tutto rivolto alla stessa carità di Dio (119) ? Infine , quale stimolo più potente della carità di Cristo — che la pietà verso il Cuore Sacratissimo di Gesù fomenta ed accresce — per spingere i fedeli alla perfetta osservanza della legge evangelica , senza la quale , come ammoniscono saggiamente le parole dello Spirito Santo : « Opera della giustizia sarà la pace » (120) , non è possibile instaurare la vera pace tra gli uomini ? Pertanto , seguendo l’esempio del Nostro immediato Predecessore , piace anche a noi di rivolgere a tutti i Nostri dilettissimi figli in Cristo le parole ammonitrici , con le quali Loene XIII, di imm. mem., al tramonto del secolo scorso , esortava tutti i fedeli cristiani e quanti sono sinceramente solleciti della propria salvezza e di quella della civile società : « Ecco che oggi si offre agli sguardi un altro consolantissimo e divinissimo segno , vale a dire : il Cuore sacratissimo di Gesù… rilucente di splendissimo candore in mezzo alle fiamme . In esso sono da collocarsi tutte le speranze : da esso è da implorare ed attendere la salvezza dell’umanità » (121) . È altresì vivissimo Nostro desiderio che quanti si gloriano del nome di cristiani e intrepidamente combattono per stabilire il Regno di Cristo nel mondo , stimino l’omaggio di devozione al Cuore di Gesù come vessillo di unità , di salvezza e di pace . E , però , nessuno pensi che con tale ossequio venga arrecato alcun pregiudizio alle altre forme di pietà , con le quali il popolo cristiano , sotto l’alta direzione della Chiesa , onora il Redentore divino . Al contrario , una fervida devozione verso il Cuore di Gesù alimenterà e promuoverà specialmente il culto alla sacratissima Croce , come pure l’amore verso l’augustissimo Sacramento dell’altare . E in verità possiamo asserire — ciò che del resto è anche mirabilmente illustrato dalle rivelazioni , di cui Gesù Cristo volle favorire Santa Geltrude e Santa Margherita Maria — che nessuno capirà davvero il Crocifisso , se non penetra nel suo Cuore. Né si potrà facilmente comprendere l’amore che ha spinto il Salvatore a farsi nostro spirituale alimento , se non coltivando una speciale devozione verso il Cuore Eucaristico di Gesù , il quale ci ricorda appunto , come ben si esprimeva il Nostro Predecessore di fel. mem. Loene XIII , « l’atto di suprema dilezione col quale il Nostro Redentore , profondendo tutte le ricchezze del suo Cuore allo scopo di stabilire tra noi la sua dimora sino alla fine dei secoli istituì l’adorabile Sacramento dell’Eucaristia » (122) . E , infatti , « l’Eucaristia non è da stimarsi una particella minima del suo Cuore , tanto grande essendo stato l’amore del suo Cuore , col quale ce l’ha donata » (123) . Finalmente , mossi dal veemente desiderio di opporre validi presidii contro le empie macchinazioni dei nemici di Dio e della Chiesa , come pure di ricondurre sul sentiero dell’amore di Dio e del prossimo famiglie e nazioni , non esitiamo a proporre la devozione al Cuore Sacratissimo di Gesù come la scuola più efficace della divina carità . Su questa carità divina deve poggiare , come su solido fondamento , quel Regno di Dio che occorre stabilire nelle coscienze dei singoli uomini , nella società domestica e nelle nazioni , secondo il sapientissimo ammonimento del sullodato Nostro Predecessore di pia mem. : « Il regno di Gesù Cristo trae forza e bellezza dalla carità divina : amare santamente e ordinatamente è il suo fondamento e il suo fastigio . Da ciò derivano necessariamente le seguenti norme : adempiere inviolabilmente i propri doveri ; non far ingiustizia ad alcuno ; stimare i beni umani come inferiori ai divini ; anteporre l’amor di Dio a tutte le cose » (124) . Affinché poi il culto verso il Cuore augustissimo di Gesù porti più copiosi frutti di bene nella famiglia cristiana e in tutta l’umana società , si facciano un dovere i fedeli di associarvi intimamente la devozione al Cuore Immacolato della Genitrice di Dio . È infatti sommamente conveniente che , come Dio ha voluto associare indissolubilmente la Beatissima Vergine Maria a Cristo nel compimento dell’opera dell’umana Redenzione , in guisa che la nostra salvezza può ben dirsi frutto della carità e delle sofferenze di Gesù Cristo , cui erano strettamente congiunti l’amore e i dolori della Madre sua ; così il popolo cristiano , che da Cristo e da Maria ha ricevuto la vita divina , dopo aver tributato i dovuti omaggi al Cuore Sacratissimo di Gesù , presti anche al Cuore amantissimo della celeste Madre consimili ossequi di pietà , di amore , di gratitudine e di riparazione . È in armonia con questo sapientissimo e soavissimo disegno della Provvidenza divina che Noi stessi volemmo solennemente dedicare e consacrare la santa Chiesa ed il mondo intero al Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria (125) . E poiché nel corso di quest’anno , come abbiamo più sopra accennato , si compie felicemente un secolo da quando , per disposizione del Nostro Predecessore di fel. mem. Pio IX , la Festa del Cuore Sacratissimo di Gesù si celebra in tutta la Chiesa , è desiderio Nostro vivissimo , Venerabili Fratelli , che questa centenaria ricorrenza sia ricordata dal popolo cristiano , dovunque e solennemente con pubblici omaggi di adorazione , di ringraziamento e di riparazione da offrirsi al Cuore divino di Gesù . Queste manifestazioni poi di cristiano giubilo e di cristiana pietà dovranno indubbiamente essere celebrate con specialissimo fervore — in comunione tuttavia di carità e di preghiera con i fedeli della Chiesa universale — in quella Nazione , nella quale , non senza un arcano disegno di Dio , ebbe i natali la santa Vergine che fu promotrice e aralda infaticabile di questa devozione . Frattanto , confortati da soavissima speranza e già pregustando con l’animo quei frutti spirituali che , come confidiamo , deriveranno copiosi alla Chiesa dal culto al Cuore Sacratissimo di Gesù — purché sia rettamente compreso e fervidamente praticato , conformemente a quanto abbiamo esposto , — innalziamo supplichevoli preci a Dio , affinché si degni di assecondare questi ardentissimi Nostri voti col valido sostegno delle sue grazie ; ed esprimiamo altresì il voto che , col favore dell’Altissimo , la pietà dei fedeli verso il Cuore Sacratissimo di Gesù ritragga dalle celebrazioni di quest’anno un sempre maggiore incremento e più ampiamente si espanda su tutti nel mondo intero il soavissimo suo impero e regno : « regno di verità e di vita ; regno di santità e di grazia ; regno di giustizia , di amore e di pace » (126) . Quale auspicio poi di questi doni celesti , sia a voi personalmente , Venerabili Fratelli , sia al clero e a tutti i fedeli affidati alle vostre cure pastorali , e particolarmente a coloro che si studiano con ogni mezzo di promuovere ed accrescere il culto verso il Cuore Sacratissimo di Gesù , impartiamo con tutta l’effusione dell’animo l’Apostolica Benedizione . Dato a Roma , presso San Pietro , il giorno 15 del mese di maggio 1956, nel diciottesimo anno del Nostro Pontificato.


                                                                                                     PIO XII 


                                                                                                LAUS  DEO 

                                                                                               Pax et Bonum 


                                                                               Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                                       Terziario Francescano