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lunedì 3 giugno 2013

PIO XII LETTERA ENCICLICA HAURIETIS AQUAS SULLA DEVOZIONE ALSACRO CUORE DI GESU' - PARTE TERZA .

                                                                                        



                                                                                    II

Ma soltanto dai Vangeli veniamo a conoscere con perfetta chiarezza che la nuova Alleanza stipulata tra Dio e l’umanità — di cui si erano avuti la prefigurazione simbolica nell’alleanza sancita tra Dio e il popolo d’Israele per mezzo di Mosè e il preannunzio nel vaticinio di Geremia — è quella stessa che è stata attuata mediante l’opera conciliatrice di grazia del Verbo Incarnato . Questa Alleanza è da stimarsi incomparabilmente più nobile e più solida , perché , a differenza della precedente , non è stata sancita nel sangue di capri e di vitelli , ma nel Sangue Sacrosanto di Colui , che quegli stessi pacifici ed irrazionali animali avevano prefigurato come « l’Agnello che toglie il peccato del mondo » (26) .
Ebbene , l’Alleanza Messianica , più ancora che l’antica , si manifesta chiaramente come un patto non ispirato da sentimenti di servitù e di timore , ma da quella specie di amicizia , che deve regnare nelle relazioni tra padre e figli , essendo essa alimentata e consolidata da una più munifica elargizione di grazia divina e di verità , conforme alla sentenza dell’Evangelista S. Giovanni : « E della pienezza di Lui tutti abbiamo ricevuto , e grazia su grazia . Perché la legge è stata data da Mosè ; la grazia e la verità sono venute da Gesù Cristo » (27) .
Introdotti con queste parole del « Discepolo prediletto da Gesù , quegli che durante la cena aveva posato il capo sul petto di Gesù » (28) , nel mistero stesso dell’infinita carità del Verbo Incarnato , è cosa degna e giusta , equa e salutare , che noi ci soffermiamo alquanto , Venerabili Fratelli , nella contemplazione di così soave mistero , affinché , illuminati dalla luce che su di esso riflettono le pagine del Vangelo , possiamo anche noi esperimentare il felice adempimento del voto che l’Apostolo formulava scrivendo ai fedeli di Efeso : « Cristo dimori nei vostri cuori per mezzo della fede , e voi , radicati e fortificati in amore , siate resi capaci di comprendere con tutti i santi quali siano la larghezza e la lunghezza e l’altezza e la profondità , e intendere quest’amore di Cristo che sorpassa ogni scienza , affinché siate ripieni di tutta la pienezza di Dio » (29) .
Il Mistero della Divina Redenzione , infatti , è propriamente e naturalmente un mistero di amore : un mistero , cioè , di amore giusto da parte di Cristo verso il Padre Celeste , cui il sacrificio della Croce , offerto con animo amante ed obbediente , presenta una soddisfazione sovrabbondante ed infinita per le colpe del genere umano : « Cristo , soffrendo per carità ed ubbidienza, offrì a Dio qualche cosa di maggior valore , che non esigesse la compensazione per tutte le offese a Dio fatte dal genere umano » (30) .
Inoltre , il Mistero della Redenzione è un mistero di amore misericordioso dell’Augusta Trinità e del Redentore Divino verso l’intera umanità , poiché questa , essendo del tutto incapace di offrire a Dio una soddisfazione degna per i propri delitti (31) , Cristo , mediante le inscrutabili ricchezze di meriti , che si acquistò con l’effusione del suo Preziosissimo Sangue , poté ristabilire e perfezionare quel patto di amicizia tra Dio e gli uomini , ch’era stato una prima volta violato nel Paradiso terrestre per colpa di Adamo , e poi innumerevoli volte per le infedeltà del Popolo Eletto .
Pertanto il Divin Redentore — nella sua qualità di legittimo e perfetto Mediatore nostro — avendo , sotto lo stimolo di una accesissima carità per noi , conciliato perfettamente i doveri e gli impegni del genere umano con i diritti di Dio , è stato indubbiamente l’autore di quella meravigliosa conciliazione tra la divina giustizia e la divina misericordia , che costituisce appunto l’assoluta trascendenza del mistero della nostra salvezza , così sapientemente espressa dall’Angelico Dottore in queste parole :
« Giova osservare che la liberazione dell’uomo , mediante la passione di Cristo , fu conveniente sia alla sua misericordia che alla sua giustizia . Alla giustizia anzitutto , perché con la sua Passione Cristo soddisfece per la colpa del genere umano : e quindi per la giustizia di Cristo l’uomo fu liberato . Alla misericordia , poi, poiché , non essendo l’uomo in grado di soddisfare per il peccato inquinante tutta l’umana natura , Dio gli donò un riparatore nella persona del Figlio suo . Ora questo fu da parte di Dio un gesto di più generosa misericordia , che se Egli avesse perdonato i peccati senza esigere alcuna soddisfazione . Perciò sta scritto : Dio , ricco di misericordia , per il grande amore che ci portava pur essendo noi morti per le nostre colpe , ci richiamò a vita in Cristo » (32) .
Ma , affinché possiamo veramente , per quanto è consentito a uomini mortali , « comprendere con tutti i santi , quali siano la larghezza e la lunghezza e l’altezza e la profondità (33) dell’arcana carità del Verbo Incarnato verso il suo Celeste Padre e verso gli uomini macchiati di tante colpe ; occorre tener ben presente che il suo amore non fu unicamente spirituale , come si addice a Dio , poiché « Iddio è Spirito » (34) .
Indubbiamente d’indole puramente spirituale fu l’amore nutrito da Dio per i nostri progenitori e per il popolo ebraico ; perciò , le espressioni di amore umano , sia coniugale che paterno , che si leggono nei Salmi , negli scritti dei Profeti e nel Cantico dei Cantici , sono indizi e simboli di una dilezione verissima ma del tutto spirituale , con la quale Dio amava il genere umano ; al contrario , l’amore che spira dal Vangelo , dalle lettere degli Apostoli e dalle pagine dell’Apocalisse , dov’è descritto altresì l’amore del Cuore di Gesù Cristo , non comprende soltanto la carità divina , ma si estende ai sentimenti dell’affetto umano . Per chiunque fa professione di fede cattolica è questa una verità inconcussa . Il Verbo di Dio , infatti , non ha assunto un corpo illusorio e fittizio , come già nel primo secolo dell’era cristiana osarono affermare alcuni eretici , attirandosi la severa condanna dell’apostolo S. Giovanni : « Poiché sono usciti per il mondo molti seduttori , i quali non confessano che Gesù Cristo sia venuto nella carne . Questo è il seduttore e l’anticristo » (35) ; ma Egli ha unito alla sua divina Persona una natura umana individua , integra e perfetta , concepita nel seno purissimo di Maria Vergine per virtù dello Spirito Santo (36) . Niente dunque mancò alla natura umana assunta dal Verbo di Dio ; in verità , Egli la possedette senza alcuna diminuzione , senza alcuna alterazione , tanto nei suoi elementi costitutivi spirituali quanto nei corporali , vale a dire : dotata di intelligenza e di volontà , e delle altre facoltà conoscitive interne ed esterne ; dotata parimenti delle potenze affettive sensitive e di tutte le loro corrispondenti passioni . È questo l’insegnamento della Chiesa Cattolica , sanzionato e solennemente confermato dai Romani Pontefici e dai Concili Ecumenici : « Integro nelle sue proprietà , integro nelle nostre » (37) ; « perfetto nella Divinità ed Egli stesso perfetto nell’umanità » (38) ; « tutto Dio (fatto) uomo , e tutto l’uomo (sussistente in) Dio » (39) .
Non essendovi allora alcun dubbio che Gesù Cristo abbia posseduto un vero corpo umano , dotato di tutti i sentimenti che gli sono propri , tra i quali ha chiaramente il primato l’amore , è altresì verissimo che Egli fu provvisto di un cuore fisico , in tutto simile al nostro , non essendo possibile che la vita umana , priva di questo eccellentissimo membro del corpo , abbia la sua connaturale attività affettiva . Pertanto il Cuore di Gesù Cristo , unito ipostaticamente alla Persona Divina del Verbo , dovette indubbiamente palpitare d’amore e di ogni altro affetto sensibile ; questi sentimenti , però, erano talmente conformi e consonanti con la volontà umana , ricolma di carità divina , e con lo stesso infinito amore , che il Figlio ha comune con il Padre e con lo Spirito Santo , che mai tra questi tre amori s’interpose alcunché di contrario e discorde (40) .
Tuttavia , il fatto che il Verbo di Dio abbia assunto una vera e perfetta natura umana , e si sia plasmato e quasi modellato un cuore di carne , che , non meno del nostro , fosse capace di soffrire e di essere trafitto , questo fatto , diciamo , se non è visto e considerato nella luce , la quale emana non solo dall’unione ipostatica e sostanziale , ma anche dalla verità della umana Redenzione , ch’è , per così dire , il complemento di quella , potrebbe ad alcuni apparire « scandalo » e « stoltezza » , come infatti tale sembrò « Cristo Crocifisso » ai Giudei e ai Gentili (41) .
Orbene , i Simboli della fede , perfettamente concordi con le Divine Scritture , ci assicurano che il Figlio Unigenito di Dio ha assunto la natura passibile e mortale in vista principalmente del Sacrificio cruento della Croce , che Egli desiderava offrire allo scopo di compiere l’opera dell’umana salute . È questo del resto , l’insegnamento espresso dall’Apostolo delle genti : « Poiché sia chi santifica sia i santificati provengono tutti da uno ; è per questo che non ha scrupolo di chiamarli fratelli dicendo : « Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli » . E ancora : « Eccomi , io e i figlioli che Dio mi ha dato » . Poiché dunque i figliuoli partecipano del Sangue e della Carne , anch’egli ugualmente ne ebbe parte… « Ond’è ch’egli doveva in tutto essere fatto simile ai suoi fratelli , per diventare misericordioso e fedele sacerdote nelle cose divine , affinché fossero espiate le colpe del popolo . Perché appunto per essere stato provato lui e avere sofferto , per questo può venire in aiuto a quelli che sono nella prova » (42) .
I Santi Padri , veridici testimoni della divina rivelazione , ben compresero , dietro il chiaro insegnamento dell’Apostolo Paolo , che il mistero dell’amore divino è in pari tempo il fondamento e il culmine sia dell’Incarnazione , sia della Redenzione . Infatti , nei loro scritti sono frequenti e luminosi i passi , nei quali si legge che lo scopo per cui Gesù Cristo assunse una natura umana integra e un corpo caduco e fragile come il nostro , fu appunto quello di provvedere alla nostra salvezza e di manifestare a noi nel modo più evidente il suo amore infinito , compreso quello sensibile . San Giustino , quasi facendo eco alle parole dell’Apostolo , scrive : « Noi adoriamo ed amiamo il Verbo , nato dall’ingenito e ineffabile Dio ; Egli in verità si è fatto uomo per noi , affinché , resosi partecipe delle nostre umane affezioni , recasse ad esse il rimedio » (43) .
San Basilio , poi, il primo dei tre Padri Cappadoci , afferma decisamente che gli affetti sensibili di Cristo furono ad un tempo veri e santi : « Benché sia a tutti noto che il Signore ha assunto gli affetti naturali per confermare la realtà dell’Incarnazione , vera e non fantastica ; tuttavia Egli respinse da sé gli affetti disordinati , che inquinano la purezza della nostra vita , perché li ritenne indegni della sua incontaminata divinità » (44) .
Anche per San Giovanni Crisostomo , il più illustre decoro della Chiesa Antiochena , le emozioni sensibili , cui andò soggetto il Redentore Divino , cooperarono mirabilmente a comprovare che Egli aveva assunto una natura umana integra sotto ogni aspetto : « Infatti , se Egli non fosse stato composto della nostra natura , non avrebbe pianto per ben due volte » (45) .
Fra i Padri Latini meritano di essere ricordati coloro , che la Chiesa onora oggi tra i principali suoi Dottori . Così Sant’Ambrogio vede nell’unione ipostatica la sorgente naturale delle affezioni e commozioni sensibili , cui andò soggetto il Verbo di Dio fatto uomo : « Pertanto , poiché Egli assunse l’anima , ne assunse parimente le passioni ; in quanto Dio , infatti , com’Egli era , non avrebbe potuto né turbarsi né morire » (46) .
Anche San Girolamo dall’esistenza in Cristo di quelle affezioni sensibili trae l’argomento più persuasivo per asserire ch’Egli aveva realmente assunto l’umana natura : Il Signor nostro , per manifestare che aveva veramente unito alla sua Persona la natura dell’uomo , soggiacque veramente alla tristezza (47) . Sant’Agostino poi con particolare insistenza rileva l’intimo nesso che esiste tra le affezioni sensibili del Verbo Incarnato e il fine dell’umana redenzione : « Ora il Signore Gesù assunse questi sentimenti della fragile natura umana , come la carne stessa che fa parte dell’inferma natura dell’uomo , e la morte dell’umana carne , non spinto da bisogno della sua condizione divina , ma stimolato dalla sua libera volontà di usarci misericordia ; allo scopo , cioè , di offrire in se stesso il modello da imitare al suo Corpo , che è la Chiesa , di cui si degnò di farsi capo , vale a dire , alle sue membra , che sono i suoi santi e i suoi fedeli ; in modo che se ad alcuno di loro , sotto l’assalto delle umane tentazioni, accadesse di rattristarsi e soffrire , non per ciò stimasse di essersi sottratto all’influsso della sua grazia ; e comprendesse che tali affezioni non sono di per sè peccati , ma solo indizi dell’ umana passibilità . Così il suo Mistico Corpo , simile ad un coro di voci che s’accorda a quella di chi dà l’intonazione , avrebbe imparato dal suo proprio Capo » (48) .
Più concisamente , ma non meno efficacemente dei precedenti , manifestano la dottrina della Chiesa i seguenti testi di San Giovanni Damasceno : «Certamente , tutto Dio ha assunto tutto ciò ch’è in me uomo , e tutto si è unito a tutto , affinché arrecasse la salvezza a tutto l’uomo . Poiché , altrimenti , non avrebbe potuto essere sanato ciò che non fosse stato assunto » (49) .
« Cristo dunque , assunse tutti gli elementi componenti l’umana natura , affinché li santificasse tutti » (50) .
È doveroso tuttavia riconoscere che né gli Autori sacri , né i Padri della Chiesa , sia nei testi riferiti che in molti altri simili , pur affermando chiaramente la realtà delle affezioni sensibili , che commovevano l’animo di Gesù Cristo , e pur mettendo in stretto rapporto l’assunzione dell’umana natura con lo scopo della nostra eterna salvezza prefissosi da Cristo , mai pongono in esplicito rilievo il nesso esistente tra quegli stessi affetti e il cuore fisico del Salvatore , così da indicare in esso espressamente il simbolo del suo amore infinito . Ma , se gli Evangelisti e gli altri scrittori ecclesiastici non ci rivelano direttamente gli effetti vari che nel ritmo pulsante del Cuore del Redentore nostro , non meno vivo e sensibile del nostro , dovettero indubbiamente produrre le passioni del suo animo e il ridondante amore della sua duplice volontà , Divina ed umana , essi mettono però in evidenza l’amore e tutti gli altri sentimenti con esso connessi , cioè: il desiderio , la letizia , la tristezza , il timore , l’ira , secondo che si manifestavano attraverso il suo sguardo , le parole , i gesti . E principalmente il Volto Adorabile del Salvatore nostro dovette apparire l’indice e quasi lo specchio fedelissimo di quelle affezioni , che , commovendo in vari modi il suo animo , a somiglianza di onde che si ripercuotono sulle opposte rive , raggiungevano il suo Cuore Santissimo e ne eccitavano i battiti .
In verità , anche a proposito di Cristo vale quanto l’Angelico Dottore , ammaestrato dalla comune esperienza , osserva in materia di psicologia umana e dei fenomeni ad essi connessi : « Il turbamento prodotto dall’ira raggiunge anche le membra esterne ; e soprattutto si fa notare in quelle membra , nelle quali più apertamente si riflette l’influsso del cuore , come negli occhi , nel volto e nella lingua » (51) . A buon diritto , dunque , il Cuore del Verbo Incarnato è considerato come il principale simbolo di quel triplice amore , col quale il Divino Redentore ha amato e continuamente ama l’Eterno Padre e l’umanità . Esso , cioè, è anzitutto il simbolo dell’amore , che Egli ha comune col Padre e con lo Spirito Santo , ma che soltanto in Lui , perché Verbo fatto carne , si manifesta attraverso il fragile e caduco velo del corpo umano , « poiché in Esso abita corporalmente tutta la pienezza della Divinità » (52) .
Inoltre , il Cuore di Cristo è il simbolo di quell’ardentissima carità , che , infusa nella sua anima , costituisce la preziosa dote della sua volontà umana e i cui atti sono illuminati e diretti da una duplice perfettissima scienza , la beata cioè e l’infusa (53) .
Finalmente — e ciò in modo ancor più naturale e diretto — il Cuore di Gesù è il simbolo del suo amore sensibile , giacché il Corpo del Salvatore Divino , plasmato nel seno Castissimo della Vergine Maria per influsso prodigioso dello Spirito Santo , supera in perfezione e quindi in capacità percettiva ogni altro organismo umano (54) .
Edotti allora dai Sacri Testi e dai simboli di fede della perfetta consonanza ed armonia regnante nell’anima santissima di Gesù Cristo , e dell’aver Egli diretto al fine della nostra Redenzione tutte le manifestazioni del suo triplice amore , noi possiamo con ogni sicurezza contemplare e venerare nel Cuore del Divin Redentore l’immagine eloquente della sua carità e il documento dell’avvenuta nostra redenzione , come pure quasi la mistica scala per salire all’amplesso di « Dio Salvatore nostro » (55) . Perciò nelle parole , negli atti , negli insegnamenti, nei miracoli e specialmente nelle opere che più luminosamente testimoniano il suo amore per noi — come l’istituzione della Divina Eucaristia , la sua Dolorosa Passione e Morte , la donazione della sua Santissima Madre , la fondazione della Chiesa , la Missione dello Spirito sugli Apostoli e su tutti i credenti — in tutte queste opere , ripetiamo , noi dobbiamo ammirare altrettante testimonianze del suo triplice amore ; e meditare i battiti del suo Cuore , con i quali sembrò che Egli misurasse gli attimi di tempo del suo pellegrinaggio terreno , fino al supremo istante , in cui , come ci attestano gli Evangelisti : « Gesù , dopo aver di nuovo gridato con gran voce , disse : È compiuto . E chinato il capo , rese lo Spirito » (56) .
Fu allora che il battito del suo Cuore si arrestò , e il suo amore sensibile rimase come sospeso fino all’istante della Risurrezione Gloriosa .
Unitasi quindi nuovamente l’anima del Redentore vittorioso della Morte al suo Corpo Glorificato , il Cuore suo Sacratissimo riprese il suo battito regolare e da allora non ha mai cessato né cesserà di significare , con ritmo ormai divenuto per sempre calmo e imperturbabile , il triplice amore che vincola il Figlio di Dio al suo Celeste Padre e all’intera comunità umana , di cui è , con pieno diritto , il Mistico Capo .


SEGUE


                                                                                      LAUS  DEO

                                                                                     Pax et Bonum

 
                                                                      Francesco di Santa Maria di Gesù
                                                                               Terziario Francescano